Giovanni Sitrialli, il primo tra tanti
SCARPERIA E SAN PIERO – Fu Giovanni Sitrialli il primo tra tanti. Uno dei primissimi episodi di caccia squadrista in Italia al tempo in cui il fascismo non era ancora esploso come fenomeno terroristico di massa. Sarà il 1921 il vero anno di esordio, la svolta terribile. In Polesine contro i socialisti di Matteotti, nel Ferrarese contro le leghe rosse, poi ovunque.
Giovanni fu ucciso cento anni fa nella piana di Pianvallico, sulla soglia di casa, in un giorno di pioggia. Con un gruppo di popolari aveva protestato per il mancato pagamento degli arretrati nel giardino di Villa Schifanoia a San Piero, di proprietà della nobildonna Cambray Digny, figlia del già sindaco di Firenze. Una squadra di fascisti venuta da Firenze, dopo aver bisbocciato in villa dalla marchesa, si mosse su un camion in cerca dei mezzadri che avevano scioperato e infangato il giardino. Si fermarono di faccia al primo pagliaio sormontato da una bandiera bianca, un lenzuolo da corredo afflosciato sull’asta. Spararono e ammazzarono il vecchio Sitrialli. Anni dopo, godendo delle leggi fasciste che non punivano i delitti commessi contro i sovversivi, gli assassini furono tutti assolti. Tra di loro anche due futuri deputati. Uno di loro, il Capanni, si fece conoscere a Montecitorio per aver scagliato un banco contro gli scranni dei socialisti. Nient’altro.
Quel che si conosce di meno è che di fianco alla marchesa c’era – molto spesso c’era- il medico del paese, il Giunta (la tomba è ancora oggi nel cimitero di San Piero) (articolo qui). Giunta fu padre di Francesco Giunta, già segretario del Partito Nazionale Fascista e vice presidente della Camera dei Deputati. È proprio lui il protagonista della caccia agli slavi a Trieste, il primo attore dell’attacco all’hotel Balkan.
Riccardo Nencini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 Dicembre 2020
Caro Riccardo, ho letto sul Filo la storia dell’eccidio di Giovanni Sitrialli a Fagna nel 1920 da parte del fascisti. Avevo 20 anni quando scrissi su La Nazione di questo episodio, poi nel tempo sul galletto, sul Filo e ultimamente su OK!Mugello. Questo per dirti come avevo a cuore questa triste vicenda, appassionato come sai di storia locale. Siccome la stessa non va mai nascosta (vedi Pansa), che è stato massacrato da una parte politica per aver detto la pura verità sulla guerra di liberazione, ho sempre ricordato a margine anche le violenze massimaliste socialiste e comuniste che avvennero fra i primi del ‘900 prima dell’avvento del fascismo. Non sto a farti la trafila (mi sono fatto un grosso tomo fotocopiando questi episodi dai giornali dell’epoca) e si dice il caso, lo stesso anno, maggio 1920, qualche mese prima dell’omicidio del povero Sitrialli, avvenne all’interno della Pieve di Sant’Agata un gravissimo episodio. Un gruppo di facinorosi massimalisti, entrarono in chiesa mentre parlava Padre Massimo da Porretta, il fondatore della Casa di Riposo San Francesco, iniziando a picchiare i presenti, sparando un colpo di pistola verso l’Altare, gettando a terra e ferendo Padre Massimo, così come rovesciarono a terra un paralitico, Luigi Romei, che era alla funzione religiosa su una carrozzina. Fu un fatto dolorosissimo che impressionò non poco la popolazione. Furono tutti riconosciuti (ci sono i nomi) e condannati a vari anni di reclusione.
Di li a poco ecco una bomba contro il portale della chiesa di Vicchio ed altra bomba all’interno della sede della società sportiva cattolica Velox in via Giotto Ulivi e Borgo. Poi molte altre violenze, parallele a quelle fasciste
Però queste cose non le si possono scrivere e quando qualcuno nel corso degli anni ha avuto un po di coraggio ( come lo scrivente), gli epiteti e le offese non si contarono.
Ma tant’è; la storia per noi è sacra. Guai a nasconderla per ragioni politiche ed ideologiche, o peggio ancora per ragioni di opportunismo, perché la storia,quella vera non quella inventata, fa come l’olio nell’acqua: prima o dopo torna sempre a galla a raccontarci altre storie ed altre verità.
Buone Feste dall’amico di sempre, Aldo Giovannini