La visione del Mugello rispetto al Calcio Storico Fiorentino in un libro di Dario Nardini
SCARPERIA E SAN PIERO – Dario Nardini, professore universitario e ricercatore, è nato a San Piero a Sieve. Ha appena superato i 40 anni d’età, e nel suo ultimo lavoro si concentra sugli aspetti antropologici del calcio storico fiorentino; una manifestazione che ha delle analogie anche con il Mugello ed il Diotto di Scarperia. In questo articolo ripercorriamo il bel curriculum di Nardini e gli poniamo poi alcune domande:
Dopo gli studi superiori si è laureato in Antropologia culturale, ambito nel quale è anche dottore di ricerca, e ha conseguito più di recente l’abilitazione scientifica nazionale a professore di seconda fascia nel settore concorsuale delle Scienze demoetnoantropologiche.
Ha condotto ricerche etnografiche sulla lotta bretone, sul surf in Australia, sulle economie informali legate alla produzione e al consumo alimentari, e infine sul Calcio Storico Fiorentino, in merito al quale ha svolto un’indagine nell’ambito di un più ampio progetto dell’ICPI (Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale), volto al riconoscimento e alla sperimentazione di forme di salvaguardia sul “patrimonio culturale immateriale”.
Adesso, dopo essere transitato dalle Università di Pisa e di Siena, e dopo aver insegnato negli atenei di Firenze e Milano-Bicocca, è approdato come ricercatore al prestigioso Ateneo di Padova. Il prodotto della sua ultima ricerca è un libro edito da Leo S. Olschki alla fine dell’anno passato, dal titolo: Il Calcio Storico Fiorentino.
La rievocazione tra patrimonio e “identità”, che sarà presentato a Firenze, in Palagio di Parte Guelfa, sabato 9 marzo alle ore 10.00, alla presenza del Presidente del Calcio Storico Fiorentino, Michele Pierguidi, e del Direttore del Corteo della Repubblica Fiorentina, Filippo Giovannelli, dei Professori Fabio Dei ed Emanuela Rossi, delle Università di Pisa e Firenze, di Claudio Mancuso del Museo delle Civiltà e di Matteo Mazzoni dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’età contemporanea. Con l’introduzione dei rappresentanti del Ministero della Cultura, nelle persone dei responsabili del progetto. Qualche domandina a Dario, prima di dare qualche anticipazione sulla presentazione.
Com’è nata in te la passione per l’antropologia, ed in particolare per l’antropologia dello sport?
In realtà avevo iniziato con psicologia, che mi affascinava ma che mi sembrava essere affrontata con piglio troppo poco “umanistico”. Lì (nell’Ateneo di Firenze) seguii un corso di Antropologia culturale, e capii che quella era la dimensione dell’umanità che mi interessava di più. Lo sport mi permise di unire i miei interessi disciplinari con la passione per il judo.
Questo non è il tuo primo libro, vero?
No, ne ho pubblicati altri due, uno sul gouren, una forma di lotta praticata in Bretagna e legata alla rivendicazione di una “cultura bretone” distinta da quella francese (ed europea), e l’altro sul surf in Australia, che è stato l’esito della mia ricerca di dottorato.
Il Calcio Storico Fiorentino era mai stato studiato prima sotto il profilo antropologico?
Ci sono diversi libri e saggi sul “calcio fiorentino”, una pratica rinascimentale che oggi rievochiamo nel torneo annuale del Calcio Storico, ma no, nessuno fa ricorso specificamente all’approccio antropologico. Del resto, solo molto recentemente (e con una certa resistenza di una parte della comunità scientifica) le rievocazioni sono diventate tema di interesse antropologico.
Anche in Mugello c’è un evento rievocativo, il Diotto di Scarperia, che vede sfilare un bel corteo storico, e che nel complesso richiama il Calcio Storico Fiorentino: quali le analogie?
Le analogie sono diverse, anche perché il precedente e quasi mitico direttore del Corteo della Repubblica Fiorentina, Luciano Artusi, come emerge anche dagli studi che Paolo De Simonis (anche lui antropologo) ha dedicato proprio al Diotto, ha dato un grande aiuto alla costituzione del Corteo di Scarperia, e il legame tra le due realtà prosegue ancora oggi, con soddisfazione di entrambe le parti.
Si può partecipare alla presentazione senza prenotazioni? E, se sì, quale sarà il taglio dell’evento in una cornice così suggestiva?
La presentazione di sabato 9 marzo è aperta al pubblico, e si terrà nel palazzo che è anche la sede del Calcio Storico. Saranno presenti le istituzioni che hanno finanziato e sostenuto la ricerca, e con gli studiosi che ne hanno supervisionati gli aspetti più propriamente scientifici entreremo un po’ più nel merito del valore disciplinare di un tema come questo. Bene Dario, grazie per la tua disponibilità e complimenti per la tua carriera. Se qualcuno volesse approfondire l’argomento, può leggere l’intervista sulla rivista online specializzata di sport l’Ultimo Uomo.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 3 Marzo 2024