Telemaco Signorini a Firenzuola
FIRENZUOLA – Telemaco Signorini (che nasce nel 1835 a Firenze e vi muore nel 1901) non voleva fare, come Giovanni suo padre, il pittore. Gli piacevano le lettere, ed agli Scolopi (liceo delle Scuole Pie degli Scolopi di San Giovannino) studiava con Giosuè Carducci (1835-1907). Purtroppo (… o menomale) nel 1851 la morte del fratello maggiore Egisto, già promettente pittore, lo costrinse ad entrare nella bottega del padre e diventare pittore. Erano gli anni del fermento innovatore, e Telemaco entrò a far parte del gruppo di pittori che si ritrovavano al Caffè Michelangiolo, dove discutevano, dentro i fermenti ideologici del Risorgimento nazionale, e riflettevano su tutte le tematiche artistiche e sull’inerzia formale delle Accademie; dando vita al movimento artistico dei Macchiaioli, per i quali la visione delle forme è creata dalla luce attraverso macchie di colore, distinte, accostate e sovrapposte ad altre.
Nel 1859, molti di loro, compreso Signorini, si arruolarono come volontari nelle truppe di Giuseppe Garibaldi. Signorini fu uno dei più significativi esponenti del gruppo dei macchiaioli, dal 1868 alternò lunghi soggiorni in Liguria e in Toscana con frequenti viaggi in Francia, in Scozia e in Inghilterra dove riscosse un notevole successo, diventando uno dei massimi rappresentanti della pittura macchiaiola, e una delle più interessanti personalità dell’arte europea dell’Ottocento. La sua sensibilità lo portò a rappresentare, in alcune tele, situazioni di disagio sociale che destarono grande scalpore all’epoca, e che hanno contribuito ad accrescerne in seguito la fama.
La vita privata di Signorini non risulta brillante come la sua carriera. Forse proprio a causa del vuoto affettivo della sua vita, nei primi anni del 1880 decise di accogliere sotto la sua tutela e protezione una bambina di nove anni, Irene Roppele, detta Nene, che troviamo ritratta in alcune splendide tele di questi anni, tra cui una a Pietramala. Telemaco Signorini infatti, perlomeno a partire dal 1879 iniziò a frequentare nel periodo estivo Pietramala, dando vita ad una intensa produzione di quadri che caratterizzano, in positivo, l’ultimo periodo della sua vita.
Ma veniamo al vero motivo di questo scritto. Per il Natale del 1994 il dottor Giovanni Zini, farmacista di Firenzuola, mi mandò un biglietto di auguri che riportava questo disegno di Telemaco Signorini. Il 15 settembre 1890 era lunedì, c’era il mercato e Telemaco Signorini era a Firenzuola. Giovanni Zini, rispondendo alla mia curiosità, mi disse che la stampa l’aveva avuta da Ermanno Baravelli, proprietario del “Palasaccio”, ora acquistato e trasformato da Stefano Ricci.
Ermanno Baravelli, partigiano combattente della 36a brigata Garibaldi e primo amministratore della Cooperativa CAPRI – Cooperativa autotrasportatori partigiani e reduci Imola – una grossa realtà imprenditoriale, ancora attiva, quale azienda fornitrice di servizi nei settori del riscaldamento, dell’autotrazione e dell’agricoltura, è noto a Firenzuola, dove è stato presente fino alla sua morte ed ha nel tempo collezionato molte opere d’arte, ma non sappiamo se avesse l’originale di questo disegno.
Recentemente, parlando con Marco Zini, figlio di Giovanni ed anche lui farmacista – ora a Firenze, e presidente della Scuola di Musica Dario Vettori Liutaio e sassofonista – mi ha detto che Telemaco Signorini veniva a Firenzuola perché vi erano dei suoi parenti proprietari della farmacia, che poi gli Zini hanno acquistato nel 1895 e che ora è del dottor Zanda. A conferma di questo, c’è un altro disegno di Telemaco Signorini su Firenzuola. Una vista del corso Villani da sotto il portico, come si vede quando si esce dalla farmacia. In questo caso, il 26 agosto 1890 era martedì e Telemaco Signorini era a Firenzuola, non al mercato e probabilmente di fronte all’ingresso in farmacia.
Chiudo con una postilla. Signorini e Carducci erano stati a scuola insieme e negli ultimi anni della loro vita si trovano a villeggiare l’uno a Pietramala, spesso ospite di Leopoldo Baldi dalle Rose e l’altro nella locanda che vi era a Montalbano vicino a Le Filigare ed a pochi passi da Pietramala, passato il passo della Raticosa. Signorini ha fatto anche perlomeno un disegno di Scaricalasino (Monghidoro), probabile quindi che i due si siano rincontrati sul nostro Appennino.
Fausto Giovannardi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 Febbraio 2024