A Villa Pecori si inaugura la mostra di Garutti “Credo di ricordare” 1974
BORGO SAN LORENZO – Fino al 5 febbraio 2023 la mostra “Credo di ricordare” 1974 (articolo qui) di Alberto Garutti sarà in esposizione nelle sale del Chini Contemporary di Villa Pecori Giraldi.
Questa personale, che fa parte del format “Artista chiama Artista” – progetto che ha portato cinque nomi di serie A dell’arte contemporanea a Borgo San Lorenzo, con ultimo proprio Garutti, “nominato” da H.H.Lim (articolo qui) – presenta, con la courtesy della Fondazione Enrico Castellani, “Credo di ricordare”, il lavoro esposto nel 1975 negli spazi della Galleria Diagramma di Milano che sancì l’esordio ufficiale dell’artista nel mondo dell’arte.
“Mi ha stupito – ha detto un visitatore – che Garutti abbia permesso l’utilizzo del suo primo lavoro. Non uno qualsiasi, ma quello che, lui architetto, lo ha definito artista. Trovo eccezionale la forza ancora oggi del progetto del 1974, in cui la provocazione è assolutamente viva. E trovo interessante il contesto di questa mostra, ossia quello di una villa storica, perché questo tipo di arte è di solito inserita in realtà architettoniche diverse”.
“Nel 1975 – ha spiegato il direttore del Chini Museo Alessandro Cocchieri – venne recensita ‘Credo di ricordare’ su Flash Art, una delle riviste di riferimento globale per l’arte e per quell’epoca, per la contemporanea, forse l’unico di rilevanza internazionale. Era un momento storico particolare, quello dell’Italia del cambiamento degli anni ’70, in particolare delle sommosse studentesche. Ed Alberto decise allora di fare una descrizione intima e totale di vita comune. Nei frame si vedono lui in una casa da studente e tutti quelli che sono gli oggetti quotidiani. Quel messaggio, in quel periodo storico, fece di Garutti maestro dell’arte concettuale”.
“Il modo migliore di approcciare a questa mostra – chiosa Cocchieri – è con molta serenità e riflessione. Ci sono tutti gli strumenti che accompagnano il visitatore, a cominciare da un booklet che descrive il momento e quello che voleva rappresentare Alberto. In questa personale poi c’è un inedito. Nel 2012, alla sua prima retrospettiva al Pac Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, vennero registrati con 28 microfoni i commenti dei presenti. Con la collaborazione di Ram Radio Arte Mobile e Zerinthia Associazione per l’Arte Contemporanea OdV, abbiamo profuso quelle voci in tutte le stanze. L’opera inedita di Garutti, realizzata per questa personale ed esposta nel salone degli Stemmi di Villa Pecori sotto il San Giorgio, è la pubblicazione di tutti quegli audio, con la sbobinatura di tutte le parole, le frasi e le impressioni, senza censure”.
“Con le mostre al Chini Contemporary la villa oggi è conosciuta oltre la Regione Toscana – spiega Cocchieri – stasera siamo su Radio Rai, abbiamo chiamate da tutti i media più importanti. Il progetto sta prendendo plausi ovunque. L’abbinamento con la villa è una novità sulla novità. I Pecori Giraldi sono conosciuti nella cultura. Per esempio, Clarice Pecori Giraldi è stata un’esponente della cultura milanese ed è un’esponente importante di tanti editori internazionali. Questa è così una quadra ‘momentanea’. Valorizzare un territorio che è sempre stato pregno di arte con il racconto di altri mezzi e di altri artisti, diventa importante e di ritorno per il paese stesso”.
“Dopo l’inaugurazione dell’antologica su Augusto Chini (articolo qui) – afferma la vice sindaco ed assessore alla Cultura di Borgo San Lorenzo Cristina Becchi – torniamo nelle sale della nostra Villa per proporre l’opera di un illustre artista come Alberto Garutti. E’ una mostra particolare, di lettura complessa, ma che permette al visitatore di fermarsi ed utilizzare la calma nell’osservare e nell’ascoltare, in un momento in cui tutto nella società scorre troppo veloce. Qui siamo costretti a fermarci per entrare in un contesto, seppur pensato nel 1974, perfettamente attuale ai tempi di oggi: l’idea dell’attenzione e della cura verso la realtà che ci circonda, l’attitudine costante a confrontarsi con un limite, la predisposizione ad essere sempre aperti al dubbio come strumento conoscitivo, la consapevolezza della propria fallibilità. Seppure solo in apparenza lontana dalle istanze ideologico-politiche dei primi anni Settanta, ‘Credo di ricordare’ è un manifesto dell’idea stessa di fragilità, fortemente politico”.
“Abbiamo bisogno di questo tipo di mostre – conclude Becchi – perché dobbiamo uscire dal territorio e giocarcela con i grandi musei di altre realtà. Dobbiamo nel contempo proporre ad i nostri ragazzi concetti diversi, per aprire la mente, per aiutarli ad interpretare il mondo con altri occhi. Per accettare ciò che è diverso”.
Fabrizio Nazio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 ottobre 2022