Don Gino Bonanni
Gino Bonanni, nato a Vicchio nel 1913, sacerdote dal 1937, ha svolto un ruolo importante nella Chiesa fiorentina della seconda metà del Novecento come educatore e come maestro di spiritualità.
Gino Bonanni nasce il 14 agosto 1913 a Vicchio di Mugello ed il 18 luglio 1937 viene ordinato sacerdote a Firenze dal Card. Elia Dalla Costa. Nello stesso anno si laurea in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Cappellano prima a Monticelli poi a San Michele a Castello, negli anni della Seconda guerra mondiale, è vicario di San Giovanni Maggiore a Panicaglia (1940-1944). Nel 1944 è proposto di Sant’Andrea a Montespertoli, fino al 9 agosto 1953; poi diviene pievano di Borgo San Lorenzo fino al 1 settembre 1958.
In un quaderno del suo archivio alcune pagine autobiografiche raccontano di questi primi venti anni di sacerdozio: ‹‹[…] Nel 1930, il 4 novembre, fu inaugurata la nuova Università Gregoriana, con l’ingresso in piazza della Pilotta. E iniziava la riforma per tutti gli studi, filosofia e teologia in modo speciale. [… ] Ho ricevuto il diaconato a Roma dal card. Selvaggiani in San Giovanni in Laterano. Feci l’esame delle 100 tesi in teologia il 10 luglio 1937. […] Nel mese di novembre 1938 fui mandato come cappellano a Monticelli: era parroco don Antonio Sani. […] Anche 4 trasporti al giorno! L’accompagnatura al cimitero era snervante: anche due volte al giorno. Erano trasporti al cimitero di Trespiano con i cavalli: ancora era rarissimo il carro funebre con automobile. […] Nel dicembre 1944 il card. Elia Dalla Costa mi pregò di andare parroco a Montespertoli. “C’è da rifare la Chiesa distrutta dalla guerra” […] Nel restauro della chiesa impiegai tutti i contadini che portarono, a turno, ghiaia e rena con i buoi.›› (quaderno n. 44, 1992, pp. 3-24, in Alessandro Dini, op. cit., 2004, pp. 22 – 26).
Il 1 settembre 1958 Gino Bonanni viene nominato rettore del Seminario di Firenze, ma già nel 1964 è destituito da quell’incarico ed inviato a fare il parroco della Badia Fiorentina. Scrive in un quaderno, a proposito del suo servizio di rettore: ‹‹[…] Ho attuato quel che io stesso non mi ero prefisso, ma che poi penso, mi abbia suggerito il Signore: desiderio di formare uomini per la Chiesa nuova post-conciliare, uomini maturi, completi, capaci di essere e di rispettare ogni essere altrui, non prepotenti, non desiderosi di poteri, ma amanti come il Cristo, e al servizio dell’amore fino al supremo sacrificio di sé […]›› (quaderno n. 25, 1967, pp. 45-47, in Alessandro Dini, op. cit., 2004, p. 22). La sofferenza per l’allontanamento da Seminario, è oggetto di varie riflessioni personali del sacerdote, e traspare più di una volta negli scritti d’archivio: ‹‹ Oggi è santa Maria Maddalena dei Pazzi. Ho nostalgia del Seminario. Ci soffro. Ma sono orgoglioso. Non ci vado. Fui allontanato. So cosa pensa il Padrone. Quando uno è stato allontanato da lui, non ha piacere che ci ritorni. Così voleva con La Pira. Così voleva con mons. Bartoletti. Così vuole con me. Se volesse diversamente mi avrebbe chiamato o fatto chiamare. Da 5 anni al confino, dal regime vigente. Appartenevo all’altro regime. E’ la legge del potere. E’ successo sempre così nella Chiesa medievale. A Firenze siamo ancora in quel clima feudale. […]›› (quaderno n. 27, 1969, pp. 85-86, in Alessandro Dini, op. cit., 2004, p. 84).
Oltre alle vicende autobiografiche i diari di Bonanni riportano notizie di momenti storici precisi e di personaggi religiosi e politici a lui contemporanei. Si ricorda per esempio del passaggio della guerra a Ronta, nel Mugello, dell’alluvione di Firenze: ‹‹ 4 novembre 1966. Le acque sono salite ai 4 e 5 metri di altezza per le strade. Ogni strada un torrente impetuoso. Sradicati i portoni della chiesa. La chiesa della Badia è stata invasa dalle acque che hanno lasciato detriti di melma fino al coro. […]›› (quaderno n. 22, 1966, pp. 72-78, in Alessandro Dini, op. cit., 2004, p. 96), dell’uccisione di Aldo Moro, della morte di don Lorenzo Milani, di quella di don Rosadoni, di Paolo VI … Vi si trova la cronaca del viaggio a Roma per assistere alla cerimonia di investitura di Giovanni XXIII, 4.11.1958, ed ancora la notizia della visita di papa Paolo VI a Firenze, nel Natale del 1966.
Muore il 24 luglio 1995 presso il Convitto ecclesiastico di Firenze.
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