ROBERTO PAOLI (BORGO SAN LORENZO 1930-2000), ispanista e ispanoamericanista, considerato uno dei più illustri studiosi delle lettere ispaniche, ebbe al suo attivo pubblicazioni su molti scrittori spagnoli e ispanoamericani, fra cui Miguel de Unamuno, Gabriel García Márquez, Pablo Neruda, Jorge Luis Borges, per nominare solo i più conosciuti.

La sua attività di docente, cominciata all’Università di Salamanca, si è svolta poi all’Università di Verona, e in seguito, principalmente, all’ Università di Firenze, dove per più di vent’anni è stato titolare della cattedra di Lingua e Letteratura Ispanoamericana.

Della professionalità, del lato umano, della personalità di Roberto Paoli si potrebbero prendere in esame vari aspetti: egli era infatti nel contempo un professore, uno studioso ed anche un sensibile poeta-scrittore.
Ma, mentre la sua produzione scientifica è documentata dai numerosi volumi pubblicati e noti (presso gli studiosi e non), e la sua attività didattica rimane caposaldo nella memoria dei suoi numerosi allievi, la sua produzione in versi e prosa è rimasta, come si suol dire, “nel cassetto”, non avendo avuto lui in vita l’opportunità – il coraggio?- di cercare un editore che pubblicasse questa sua cospicua e segreta produzione.

Si sa che i letterati più esigenti e critici verso le opere altrui, spesso lo sono ancor di più verso le proprie, ed esitano a mettersi in gioco nello stesso campo che trattano da studiosi, spesso occupandosi di figure soverchianti. Francesco Tentori Montalto, poeta e insigne traduttore dallo spagnolo, che era grande amico di Paoli, nel rispondere a un suo invio di poesie, in cui era prevalente il tema della solitudine, gli scriveva: ”Non mi è occorsa pazienza nel leggere il tuo irto, brusco, a tratti amaro diario, che di te dice molto (molto più di quanto si possa balbettare al telefono). Né leggerlo mi ha troppo sorpreso, perché del tuo gusto e insieme assillo della solitudine avevo indizi e notizie sufficienti. Mettendoli su carta, li hai drammatizzati e resi, forse ai tuoi stessi occhi, più chiari.” La lettera continua apparentando queste poesie a quelle di vari autori contemporanei, fra cui Betocchi, Rebora e Sbarbaro.
Ho scelto fra le poesie, quelle che mi sembravano più idonee alla pubblicazione sul Filo del Mugello, giornale legato al territorio. Queste poesie infatti hanno come scenario le passeggiate di Paoli nella campagna mugellana e come argomento prevalente la dolcezza del paesaggio circostante, e il sollievo che procurava al suo animo di persona sensibile, passeggiare in mezzo alla pace campestre.
I brani di prosa descrittiva che ho proposto per la pubblicazione sul Filo, appartengono al primo capitolo di un romanzo incompiuto, che si intitola L’errore, ambientato nelle campagne intorno a Borgo, con un protagonista alter ego, incarnato in un professore di Filosofia Morale. Del romanzo esiste solo il primo capitolo (che però Paoli considerava definitivamente compiuto) e un piano dell’opera, ispirata al mito di Faust.
Renata Innocenti
Le sue poesie di ispirazione mugellana
Inedito: il primo capitolo del suo romanzo, rimasto incompiuto
Le pubblicazioni e una bibliografia
Questa la biografia presente su Wikipedia:

Roberto Paoli (Borgo San Lorenzo, 29 aprile 1930 – Dicomano, 21 aprile 2000) è stato un critico letterario, professore universitario traduttore, ispanista e ispano-americanista italiano.
È considerato uno dei massimi studiosi italiani di letteratura ispano-americana, autore di numerosi saggi e traduttore di molti poeti spagnoli e ispano-americani.
Si sposò nel 1965 con Renata Innocenti, da cui ebbe due figli. Frequentò il Liceo classico prima presso i Padri Salesiani di Borgo San Lorenzo e poi presso il Liceo Ginnasio Galileo di Firenze, dove si diplomò a pieni voti nel 1949. Si iscrisse poi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze, dove chiarì la sua vocazione letteraria. Scelse di laurearsi con il giovane Oreste Macrì, appena arrivato da Parma sulla Cattedra fiorentina di Letteratura Spagnola. Con lui nel 1956 si laureò, discutendo una tesi su “Contributi allo studio dell’italianismo castigliano anteriore a Boscán”, tuttora inedita.
Dopo la laurea ebbe prima un incarico come professore di Lettere alle Scuole Pie Fiorentine e poi quello di Lettore all’Università di Salamanca, dove rimase dal 1957 al 1960. Al suo rientro in Italia vinse il concorso per le Scuole Medie, con l’incarico di Presidenza alla Scuola Media di Marradi, da lui stesso denominata “Dino Campana”. Contemporaneamente manteneva un incarico come assistente volontario presso l’Istituto Ispanico di Firenze, diretto da Macrì. Dal 1964 al 1967 insegnò Lingua Spagnola presso l’Università di Padova (sede di Verona). Si trasferì quindi a Firenze, presso l’Istituto Ispanico, in qualità di Aggregato, e poi (fra il 1970 e il 1973) di Ordinario di Lingua e Letteratura ispanoamericana. Mantenne l’incarico fino al pensionamento, avvenuto nel 1998.

Ha curato fra l’altro edizioni e traduzioni di César Vallejo, Miguel de Unamuno, Antonio Machado, Lope de Vega, Gabriel García Márquez, Jorge Luis Borges, Juana Inés de la Cruz, Pablo Neruda.

Onorificenze
Per la sua attività di peruvianista venne nominato professore onorario dell’Università di San Marcos de Lima e di quella di Cajamarca. Il 14 aprile 1988 gli venne conferito dal Ministro degli Esteri del Perú il titolo di Comendador de la “Orden al Mérito por Servicios Distinguidos”, una delle più importanti onorificenze della Repubblica Peruviana . Per i suoi studi e traduzioni di Borges fu invitato a partecipare all’Homenaje Internacional di Buenos Aires del 1986, e venne nominato Membro Corrispondente della Academia Argentina de Letras.
4 commenti
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Che grande personaggio era tuo marito Renata e che ricordi! Grazie di aver messo a disposizione di tutti l’enorme patrimonio culturale che ci ha lasciato.
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